Risoluzione USS sull’iniziativa UDC contro la libera circolazione

USS-Ticino e Moesa

 

Per combatterla è indispensabile proteggere molto meglio i lavoratori e le lavoratrici dal dumping salariale e sociale. Gli accordi sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea sono una grande opportunità per lavoratori e studenti che possono muoversi liberamente, sia per ragioni di lavoro, sia per studi.

Tuttavia, l’assenza di regole ha contribuito a peggiorare il mondo del lavoro nel nostro Paese. In questo momento si rimettono addirittura in discussione le poche misure di accompagnamento concordate a suo tempo. Basti pensare alle recenti dichiarazioni dei Consiglieri federali PLR o a quelle della Società svizzera degli impresari costruttori.

 

L’allentamento delle misure di accompagnamento è semplicemente irresponsabile alla luce del degrado attualmente in atto nel mercato del lavoro. Quasi nessuna protezione esiste poi per oltre la metà dei salariati che svolge la sua attività in settori non coperti da contratti collettivi di lavoro o da regolamentazioni pubbliche. Per questi lavoratori è possibile praticare qualsiasi livello salariale, salvo nei Cantoni dove esiste un salario minimo o dei contratti normali di lavoro, che comunque non sempre permettono di conseguire un reddito dignitoso. Anche la crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro è una conseguenza di questa situazione.

 

Ora, l’UDC, approfittando del clima di incertezza che caratterizza il mondo del lavoro, ma anche per ragioni manifestamente xenofobe, ha depositato un’iniziativa popolare a livello nazionale con la quale chiede la soppressione della libera circolazione delle persone. Questa iniziativa, anche per i suoi effetti collaterali, va combattuta.

 

Ma per convincere gli elettori a respingerla, non basteranno le buone parole. Ci vogliono fatti concreti.

 

Per questa ragione l’USS-Ticino e Moesa rivolge un appello alla deputazione ticinese alle Camere federali e all’Unione sindacale svizzera, affinché vengano adottate le seguenti misure:

 

1. Modificare la legislazione federale del lavoro affinché tutti i lavoratori in Svizzera possano beneficiare di un salario minimo, essere protetti dal ricorso al lavoro precario - ad esempio tramite la forte limitazione del lavoro temporaneo - e non subire discriminazioni di genere.

 

2. Facilitare la procedura di obbligatorietà generale per i contratti collettivi di lavoro.

 

3. Per i settori in cui non esistono contratti collettivi di lavoro o regolamenti del personale di diritto pubblico, adottare contratti normali di lavoro con stipendi che tengano conto dell’esperienza e della qualifica professionale e che permettano di vivere in Svizzera.

 

4. Prevedere sanzioni dissuasive per coloro che non rispettano le disposizioni menzionate.

 

 

Il movimento sindacale ribadisce il sostegno al principio della libera circolazione. Tuttavia, se la maggioranza delle forze politiche non daranno seguito a quando indicato, per i sindacati sarà difficile impedire che l’iniziativa dell’UDC venga accolta dai cittadini. Infatti molti lavoratori e lavoratrici la sosterranno, in quanto sarà vista come una soluzione concreta contro l’abbassamento dei salari, l’aumento del precariato e il degrado dei diritti del lavoro