Appello urgente al Consiglio federale e al governo ticinese: fermare tutto e farlo subito

di ForumAlternativo

 

Nel momento in cui il virus sta dilagando nel Paese, il padronato si ostina ad anteporre gli interessi economici alla difesa della salute dei lavoratori e della popolazione. 

Mentre vengono vietati assembramenti con più di cinque persone e si moltiplicano gli accorati appelli alla popolazione affinché tutti restino a casa, centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori sono costretti a lavorare senza alcuna misura di protezione. 

 

Ancora ieri, Economiesuisse ha diramato un comunicato sostenendo che un coprifuoco totale strangolerebbe l’economia: un’attitudine semplicemente irresponsabile che pagheremo tutti a caro prezzo.

 

Oggi ci troviamo ad un bivio: ogni ora persa avrà conseguenze drammatiche e letali. Per tutelare i lavoratori e la popolazione e per preservare l’operatività del nostro sistema sanitario, il Consiglio federale e il Consiglio di Stato ticinese devono urgentemente ordinare la sospensione di ogni attività economica socialmente non indispensabile. E le persone devono restare a casa. In parallelo, le autorità devono introdurre delle indennità per i lavoratori, gli indipendenti e i titolari di PMI per permettere loro di pagare l’affitto, i premi cassa malati e il necessario per far fronte a questa situazione straordinaria. Senza dimenticare quella fetta della popolazione che dipende già abitualmente da situazioni caritatevoli oggi non più attive, come il Tavolino Magico. Lo stiamo chiedendo da giorni e giorni. (Coronavirus: niente panico, ma comportamenti adeguati e decisioni forti - Coronavirus: il Consiglio federale si assuma le sue responsabilità - La salute dei lavoratori e della popolazione va anteposta ai profitti delle imprese).

 

Non ci sono alternative! Lo abbiamo visto molto bene in questa ultima settimana. Lavorare garantendo la tutela della salute dei salariati è oggettivamente impossibile in queste condizioni. Le notizie che giungono dai cantieri, dalle fabbriche e dalle industrie sono semplicemente drammatiche. Le considerazioni di molti, troppi rappresentanti degli ambienti padronali che anche in questa situazione di emergenza antepongono la difesa dei propri interessi materiali alla salute pubblica sono da condannare senza esitazione.

 

Poi, una volta sconfitto questo subdolo virus, dovremo fare i conti con chi in queste settimane ha speculato sulla nostra salute e sui diritti dei lavoratori, senza alcun pudore. Pensiamo a chi si è già prodigato a chiedere un allentamento della legge federale sul lavoro, a chi in alcuni cantoni ha chiesto l’apertura illimitata dei negozi (una richiesta semplicemente sciagurata nella situazione attuale) e a tutti quei datori di lavoro che in questi giorni stanno applicando in modo arbitrario contratti di lavoro senza rispettare le disposizioni legali.

 

A tempesta passata dovremo anche chiudere, e per sempre, con le politiche liberiste che in questi trent’anni hanno alimentato le diseguaglianze sociali rendendo tutti noi sempre più poveri e precari, e che hanno indebolito il settore pubblico, riducendo la capacità dello Stato ad intervenire a tutela della popolazione in situazioni straordinarie come questa. E per farlo dovremo passare all’offensiva e dovremo essere in tanti. Per rafforzare i diritti sociali e quelli ambientali, per ridurre in modo drastico la durata dell’orario di lavoro, per contrastare la precarizzazione delle forme di impiego e per bloccare definitivamente le politiche di defiscalizzazioni ad esclusivo vantaggio dei capitani dell’economia.

 

Ma ora bisogna agire e bisogna farlo urgentemente. Lo suggerisce il buon senso, lo dobbiamo a tutta la popolazione e a tutti coloro che quotidianamente, con grande coraggio, senso civico e con un moto di straordinario impegno, stanno lottando al fronte per contenere il diffondersi del contagio.