Il silenzio del PSS sulla denuncia del Sudafrica

di RedQ

 

Intervista a Carlo Sommaruga, Consigliere agli Stati

 

 

 

 

 

 

Da quello che hanno detto diversi esperti, la denuncia sudafricana del genocidio a Gaza sembra essere molto ben formulata dal punto di vista legale.

La richiesta del Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia contro Israele è molto ben documentata e giuridicamente solida. Descrive in dettaglio le atrocità massicce, sistematiche, indiscriminate e punitive inflitte dall’esercito israeliano al popolo palestinese di Gaza in seguito agli atti atroci commessi da Hamas il 7 ottobre 2023. Essa mostra come l’azione dell’esercito israeliano non sia in alcun modo una risposta proporzionata: l’uccisione sotto le bombe di oltre 25.000 persone, tra cui più di 5.000 bambini, la distruzione di infrastrutture pubbliche come ospedali, scuole e biblioteche, nonché di monumenti e beni culturali di grande valore storico per il popolo palestinese di Gaza. La richiesta mostra come questa distruzione incessante sia il risultato di un desiderio politico, espresso in molti modi da vari membri delle autorità di governo israeliane, di sbarazzarsi del popolo palestinese. Infine, la petizione descrive in dettaglio la micidiale politica di dominazione, repressione e umiliazione condotta contro il popolo palestinese di Gaza negli ultimi 30 anni.

 

Il fatto che la denuncia provenga dal Sudafrica è di grande importanza. Il Sudafrica non è una repubblica qualsiasi, ma la nazione che ha sconfitto l’apartheid e porta con sé l’eredità di Mandela. Siete d’accordo sull’importanza di questo fatto?

Sì, c’è un’alta dimensione simbolica nel fatto che il Paese che denuncia Israele per il crimine internazionale di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia sia il Sudafrica, che – sotto la pressione del boicottaggio internazionale – ha sconfitto un altro crimine internazionale, quello dell’apartheid. Il fatto che la denuncia provenga dal Sudafrica è significativo anche da un altro punto di vista. Questa media potenza, membro dei BRICS, non ha interessi geostrategici in Medio Oriente e non è affiliata né alla Lega degli Stati arabi né alla Lega islamica mondiale, organismi internazionali noti per la loro ripetuta condanna di Israele. L’azione del Sudafrica si concentra quindi unicamente sul rispetto del diritto internazionale, in questo caso la convenzione contro il genocidio e su l’urgenza della protezione del popolo palestinese contro l’aggressione israeliana.

 

Il PSS è già stato molto, molto timido nei confronti del massacro indiscriminato di Israele a Gaza, rispetto a quanto fatto in occasione dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. Sulla denuncia all’Aja silenzio assoluto. Cosa ne pensa?

Tetanizzata dall’abominevole attacco del Hamas, dal discorso del governo israeliano che chi non sostiene Israele e un sostegno a Hamas e dalle azioni dei circoli proisraeliani in Svizzera, che hanno fatto di tutto per stroncare ogni critica alla reazione sproporzionata di Israele a Gaza, il PSS è stato incapace ad oggi di elaborare una posizione sul conflitto, condannando certo le azioni di Hamas ma anche quelle ben più gravi di Israele in violazione del diritto internazionale e chiedendo a tutti gli attori statali e non statali di rispettare il diritto umanitario internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite in tutto il territorio dello Stato palestinese. Questo è moralmente e politicamente un errore. Quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina nel febbraio 2022, il PSS ha correttamente reagito immediatamente denunciando la grave violazione del diritto internazionale e lanciando una petizione per chiedere la ripresa delle sanzioni europee contro la Russia. C’è un doppio standard ingiustificabile, soprattutto alla luce della storica oppressione del popolo palestinese da parte di Israele dal 1948, che ha causato migliaia di morti e milioni di rifugiati. Ricordiamo inoltre che dal 7 ottobre, le vittime civili palestinesi a Gaza sono il doppio di quelle in Ucraina dall’inizio dell’aggressione russa! Va notato che nel novembre 2023 il Partito Socialista di Ginevra ha adottato una posizione impegnata e coraggiosa che dovrebbe ispirare il PSS.

 

Oggi, per avere una posizione solida e coerente, il PSS deve rivendicare un appoggio della Svizzera alla procedura sudafricana alla Corte internazionale di Giustizia e l’impegno assoluto del Consiglio federale di rispettare e di partecipare concretamente alla messa in atto delle decisioni che saranno adottate dalla corte internazionale di giustizia che la Svizzera sostiene.

 

Non crede che al PSS manchi da tempo una riflessione approfondita sulla geopolitica in generale e sull’imperialismo in particolare?

Finché gli Stati Uniti erano l’unica vera superpotenza e imponevano il loro dominio economico e militare in tutto il mondo, era facile denunciare l’imperialismo e difendere le lotte di liberazione del colonialismo e del neo colonialismo. Oggi ci troviamo di fronte a un mondo multipolare in cui altre potenze, come la Cina e la Russia, e forse in futuro l’India, sviluppano anche delle politiche imperialiste imponendo o cercando di imporre la loro logica economica e militare. Basta guardare a ciò che sta accadendo in Africa o nel Mar della Cina per capirlo. Oggi, prendere posizione contro l’imperialismo significa prendere posizione contro tutti gli imperialismi e lottare ovunque per il diritto dei popoli all’autodeterminazione e alla sovranità degli Stati. Per i Socialisti, come per la Svizzera, la bussola deve essere l’esigenza da tutti gli attori statali e non statali di un rigoroso rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale, del diritto umanitario e dei diritti umani e una politica di promozione del disarmo mondiale.

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