Cicero Vincenzo UNIA
52,5 milioni di sgravi alle grandi imprese e ai milionari in cambio di misere e non ben definite misure sociali, per le quali né il cantone né le aziende verseranno un franco in più rispetto ad oggi: questo ci propongono il Consiglio di Stato e i sostenitori della Riforma fiscale in votazione il 29 aprile.
Per finanziare le famose “misure sociali” useranno infatti fondi già esistenti, che oggi sono destinati a finanziare gli assegni familiari. Se lo scopo fosse davvero aiutare i genitori che lavorano e non quello di far digerire alla popolazione nuovi regali fiscali, le misure sarebbero entrate in vigore da subito, invece di continuare a promettere ipotetici vantaggi di cui non si trova traccia nelle modifiche di legge.
Prendiamo ad esempio gli asili e altre offerte extra-scolastiche. Il cantone si limita a sussidiare queste strutture, ma non è in grado di garantire che ci saranno effettivamente più posti e stimare quanti saranno. La creazione di nuovi posti per bambini è infatti lasciata alla libera iniziativa di privati, associazioni e comuni. Questi ultimi sono stati invitati ad investire maggiormente in favore della famiglie, ma si troveranno nell’impossibilità di farlo, dal momento in cui proprio con questa riforma si vedranno mancare altri 22,5 milioni nelle loro casse.
L’unico modo per finanziare qualsiasi intervento in quest’ambito sarà quello di aumentare il moltiplicatore, e quindi saranno ancora i cittadini e le piccole e medie imprese a dover finanziare la creazione di nuovi posti d’accoglienza per bambini e ragazzi… Altro che patto tra aziende e famiglie!
E che ne dicano i sostenitori, neppure per l’abbassamento delle rette pagate dai genitori ci sono tracce di modifiche legislative che forniscano reali garanzie. Tra le altre cose è interessante sottolineare che il regolamento attuale, entrato in vigore a settembre 2017, prevede che le rette possono essere ridotte fino ad al massimo il 20%, unicamente per chi beneficia di sussidi di cassa malattia. Peccato che negli ultimi anni, a causa degli sgravi fiscali del recente passato (vedi RI2), siano stati tagliati questi aiuti a ben 20'000 persone! Quindi una doppia fregatura per migliaia di famiglie: da una parte non ricevono più aiuti per pagare i premi di cassa malattia e dall’altra non hanno nemmeno diritto alla riduzione delle rette per gli asili nido.
L’aumento degli stipendi delle educatrici è un'altra promessa vaga, ed è spiacevole vedere dei sindacalisti che si prestano a questi imbrogli. Non c’è infatti nulla nelle modifiche di legge che garantisce un incremento dei salari! Nella “riforma” è precisato solo che il contribuito per coprire i costi degli asili nido potrà essere aumentato, ma non c’è una sola parola sui salari o l’adozione di un Contratto collettivo di lavoro! Tra le altre cose, proprio l’anno scorso, a seguito dei tagli degli aiuti alle famiglie, il cantone ha messo a disposizione fondi per premiare le strutture che assumono personale qualificato. Questo “incentivo” però viene concesso anche a chi paga un dipendente formato meno di 44'000 franchi l’anno. Questo potrebbe essere tradotto in un “incentivo statale al dumping”, ma c’è chi ha il coraggio di gridare al miracolo!
L’unica cosa certa sul fronte degli aiuti sociali è il taglio di 50 milioni di aiuti negli ultimi anni, e ora vorrebbero farci credere che non investendo nemmeno un franco - e tagliando altri 52 milioni - si possa ristabilire un certo equilibrio. Non facciamoci fregare un’altra volta. Il 29 aprile si vota sugli sgravi ai milionari e alle grandi imprese in cambio di niente. Diciamo no alla Riforma fiscale!