Ivana Zeier, Verdi del Ticino
In Ticino tra il 2008 ed il 2015 il numero di imprese attive è passato da 20’000 a 38’000. Le micro aziende, quelle con meno di 10 lavoratori, rappresentano circa il 90% del totale, quelle di piccole dimensioni, da 10 a 50 persone occupate, sono circa l’8%, quelle di medie dimensioni da 50 a 250 addetti a tempo pieno poco meno del 2% e le grandi aziende con più di 250 dipendenti sono molto poche.
Le micro aziende sono quelle che offrono il maggior numero di posti di lavoro a tempo pieno, (il 34,9% contro una media Svizzera del 29.6%) mentre le grandi aziende offrono solo il 12,4% dei posti di lavoro a tempo pieno. La riforma fiscale proposta dal Consiglio di Stato avrà una ricaduta fiscale positiva per la moltitudine di micro imprese presenti in Ticino? Questi sgravi prevedono la riduzione dell’imposta sul capitale ed in caso di utili di un’esenzione parziale o totale dell’imposta sul capitale. Cosa comporta questo per una piccola azienda, ad esempio, il giardiniere, l’idraulico, l’elettricista o la piccola impresa di pittura? A meno che non abbiano investito ingenti capitali o non facciano utili milionari NULLA. Anzi sarà molto più probabile che, visto che con questa riforma fiscale vi sarà un ammanco di 52.5 milioni di franchi, di cui 22.4 solo per i comuni, questi ultimi, si vedranno costretti ad aumentare il moltiplicatore comunale, per cui le piccole imprese si ritroveranno a pagare gli sgravi fiscali fatti alle grandi aziende. Questa misura fiscale è destinata unicamente a imprese che realizzano ingenti utili e dispongono di grossi capitali.
Il 29 aprile occorre votare NO ad una riforma fiscale che favorisce unicamente le poche grandi aziende presenti sul nostro territorio, a discapito di quelle piccole, per le quali questa riforma fiscale, non porterà alcun vantaggio. Piccole aziende, con un legame con il territorio, che offrono, oltre al 34.9% di posti di lavoro ed anche salari dignitosi con cui vivere in Ticino.