di ForumAlternativo
Lo conferma anche l’ultima pubblicazione dell’Ufficio federale di statistica sulla rilevazione della struttura dei salari relativa al 2016, in Ticino vigono i salari più bassi di tutta la Svizzera. È tempo di agire ed è necessario farlo con urgenza.
Nel nostro Cantone va introdotto un salario minimo legale dignitoso che permetta di frenare la pressione sui salari e di garantire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori un salario adeguato.
Purtroppo le notizie che rimbalzano da Bellinzona, dove venerdì si è riunita la sottocommissione lavoro (gruppo di lavoro della Commissione della Gestione) sono molto preoccupanti e inducono rabbia e tristezza. La maggioranza delle forze politiche sembrano avvallare l’impianto della proposta presentata dal Consigliere di Stato Vitta che vorrebbe fissare il salario minimo legale tra i 18.75 e i 19.25 franchi. Vi sarebbe la disponibilità ad operare solo un’operazione di pura cosmesi aumentando di alcuni centesimi il livello salariale proposto da Vitta.
Una situazione che va denunciata senza indugi perchè se è vero che è urgente fissare un salario minimo legale, è altrettanto palese che solo un salario dignitoso è in grado di frenare dumping e sfruttamento. Proporre un salario minimo inferiore al livello delle prestazioni complementari è vergognoso, toglie valore al lavoro, lede la dignità di tutti i lavoratori e crea un dumping di Stato.
Diciamolo subito, diciamolo forte e chiaro, se il Parlamento dovesse avvallare tale proposta la sinistra e quelle organizzazioni sindacali che non hanno ancora smarrito la bussola dovranno lanciare senza alcuna esitazione il Referendum, raccogliere le firme in un paio di settimane e lanciare una grande campagna di società.
ForumAlternativo sarà chiaramente della partita e si impegnerà con i suoi militanti in quella che si preannuncia sin d’ora come una battaglia di civiltà contro un «Palazzo» sordo nei confronti dei bisogni dei cittadini e incapace di leggere la situazione che vivono oggi le persone comuni.
È auspicabile che si riproponga lo stesso schieramento che ha lanciato con successo il Referendum contro gli sgravi fiscali e che ci aveva visto soccombere per un pugno di voti lo scorso 29 aprile. Una sconfitta aritmetica, ma certamente una grande vittoria politica vista l’enorme disparità delle forze in campo che ha evidenziato la distanza sempre più grande tra il Governo, la politica istituzionale, il «Palazzo» e i normali cittadini. Un referendum che ha però anche evidenziato che una sinistra che difende posizioni chiare è in grado di smascherare le contraddizioni delle destre e può tornare a contare nella nostra società. E senza l’appoggio alla Riforma fiscale dell’ala social-liberale del Partito socialista, e di sedicenti organizzazioni sindacali, il fronte referendario avrebbe vinto a mani basse! Oggi c’è bisogno di una sinistra vera, una sinistra di cui salariate e salariati hanno un grande bisogno.
Qualora il Parlamento non dovesse modificare in modo sostanziale i livelli salariali proposti da Vitta e soci, quella sul salario minimo sarà la prossima grande battaglia a difesa dei diritti e della dignità. E noi ci saremo !