di Damiano Bardelli
Continuano, nel Regno Unito, le proteste contro la visita di Donald Trump. Dopo gli incontri ufficiali con la regina e la sempre più impopolare Theresa May, Trump è volato in Scozia per una spensierata due giorni di golf in compagnia del figlioletto Eric.
O forse non così spensierata, visto che nel giro di poche ore è stato raggiunto dall’ormai famoso “Baby Trump”, il magnifico pallone gonfiabile (o forse dovremmo dire pallone gonfiato, visto il soggetto) che negli scorsi giorni ha sorvolato le strade di Londra e le migliaia di manifestanti che le hanno occupate.
Dopo le prime manifestazioni a Glasgow nella serata di venerdì, è seguita la grande marcia organizzata a Edimburgo nella giornata di sabato, alla quale hanno preso parte, secondo le ultime stime, oltre 10'000 persone, tra cui numerose famiglie. La solitamente placida popolazione di Edimburgo è dunque accorsa in massa per manifestare contro il presidente americano e le politiche di odio, divisione e guerra che rappresenta.
Significativamente, la manifestazione della capitale è stata una grande festa, condita da striscioni e cartelloni fatti in casa, con slogan brillanti e in perfetta sintonia con lo humor britannico. Partita dalla piazza antistante il parlamento regionale scozzese, la marcia è proseguita lungo le strade del centro, passando dal consolato americano, per poi terminare nel parco dei Meadows, dove la festa è proseguita per tutto il pomeriggio, con concerti e momenti di svago.
Non sono mancati ovviamente anche i discorsi ufficiali. Da parte sua, il leader del Partito laburista scozzese, Richard Leonard, ha sottolineato che “Donald Trump non è il benvenuto. Le terribili scene al confine messicano sono solo l’ultimo esempio del suo disdegno per i diritti umani. Rinchiudere bambini come fossero animali è un atto di barbarie e semplicemente non possiamo permetterci di stendere il tappeto rosso per un presidente americano che tratta la gente in questo modo.”
Foto: Damiano Bardelli