Gli straguadagni dei cassamalatari

di RedQ

 

È evidente che se avessimo una cassa malati unica, non solo avremmo una trasparenza migliore rispetto a quella attuale praticamente inesistente, ma si risparmierebbero moltissimi costi amministrativi e soprattutto salari dei grandi managers.

Non per niente ogni qual volta si è votato sull’istituzione di una cassa malati unica, i grandi capi delle casse malati si sono stracciati le vesti e hanno investito milioni (tratti dai nostri premi!) in campagne demagogiche per convincere la gente a non accettare una cassa malti unica, perché questa avrebbe portato alla medicina di stato e addirittura trasformato la sanità svizzera in qualcosa di molto simile a quella italiana. Il lettore attento troverà qui due tabelle: nella prima si vedono i salari annui dei capi (CEO) delle 10 più importanti casse malati, nella seconda gli onorari dei presidenti dei relativi consigli d’amministrazione.

Come si vede a dirigere una cassa malati si può guadagnare più del doppio di quello che guadagna un consigliere federale!

 

Dando anche solo un’occhiata molto rapida a queste tabelle, uno capisce immediatamente perché questi signori (tra i 20 nomi troviamo solo una donna, e di lei parleremo un po’ più avanti) si dannino l’anima per evitare che con una cassa malati unica ci sia poi un solo responsabile e non più varie dozzine di casse malatari pagati molto, ma molto profumatamente.

 

Veniamo alla signora Philomena Colatrella, che con un salario di quasi 750’000 franchi è la medaglia d’oro in questa classica della vergogna. Interessante è soprattutto il fatto che è la stessa che recentemente ha proposto di obbligare tutti ad avere una franchigia minima di 5’000-10’000 franchi all’anno, per diminuire i costi della salute e forse far diminuire quindi un po’ i premi di cassa malati. Ne avevamo parlato nel numero precedente dei nostri Quaderni (Casse malati e franchigie: siamo al delirio). Certo che per questa signora, che oltretutto dirige una cassa malati con il bel nome di “cristiano sociale”, anche una franchigia di 20’000 o 30’000 franchi non sarebbe un problema.

 

Probabilmente non può neanche immaginarsi quali sono i problemi del “cittadino comune”, per il quale i premi di cassa malati sono ormai diventati l’imposta principale.

 

Senza parlare dei casi scandalosi di pazienti non trattati ed in alcuni casi deceduti perché, non essendo più stati in grado di pagare i premi di cassa malati, si sono visti rifiutare le cure del caso.

 

Sì, siamo veramente al delirio: ma è anche ora che reagiamo un po’ di più e non continuiamo a farci menare per il naso da questi bonzi.

 

 

 

 

 Quaderno 17 / Settembre 2018