I Verdi del Ticino
Sei mesi sono bastati per tagliare, a spese dello Stato, oltre la metà dei posti di lavoro alle Officine FFS, una delle più storiche industrie del cantone. Mentre a sei anni dal lancio dell’iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino" non si è ancora riusciti a legiferare su salari minimi vagamente dignitosi.
È un parlamento asservito ai poteri forti quello del Canton Ticino. “Quando padron comanda cavallo trotta” dice la saggezza popolare. Mai detto fu più azzeccato per definire l’attitudine delle forze politiche di maggioranza presenti in parlamento. Forti con i deboli (vedi i tagli sulle prestazioni sociali degli ultimi anni, i regali fiscali, …) e pronti e asserviti a chi invece, come nel caso delle Officine FFS, tra promesse e minacce si fa un baffo delle convenzioni sottoscritte in passato. I Verdi denunciano con sdegno questa dinamica.
L’operazione Officine, condotta dietro alle spalle delle maestranze e delle parti sindacali, evidenzia ancora una volta la deriva nella gestione dei soldi pubblici. Con un’enorme iniezione di denaro pubblico (in totale circa 180 milioni) viene favorita un’azienda semi-privata che delocalizza oltralpe le proprie attività, garantendo ad essa il privilegio di poter effettuare speculazioni immobiliari sul sedime pregiato di Bellinzona. Negli ultimi sei mesi non ci fu risposta a tutte le domande, la scelta indiscutibile di occupare i terreni agricoli a Castione è stata calata dall’alto.
Ad oggi non si capisce ancora come mai l’attuale comparto industriale non avrebbe potuto essere ristrutturato o come mai, invece di recuperare sedimi industriali dismessi in una zona del Ticino ormai dimenticata da tutti come Bodio-Giornico, si debba costruire su un terreno agricolo pregiato.
Al contempo, a 6 anni dal suo lancio, l’iniziativa dei Verdi che chiede l’introduzione di salari minimi dignitosi, giace nei profondi cassetti commissionali della politica ticinese. Una situazione che ha del ridicolo e che alcune forze politiche non hanno intenzione di sbloccare, forse per evitare di dover esplicitare la loro reale posizione, in contrasto con la volontà popolare, almeno fino a dopo le elezioni di aprile? È troppo alto il rischio che gli elettori si rendano conto che a qualcuno non importa fare gli interessi della parte più in difficoltà della popolazione?
I Verdi del Ticino invitano le forze politiche nelle commissioni a un atto di responsabilità alfine di formulare in tempi stretti un rapporto sul salario minimo all’indirizzo del Gran Consiglio. Il relativo messaggio governativo è sul tavolo da oltre 14 mesi, tempo che avrebbe dovuto essere più che sufficiente per decidere a favore di un salario realmente dignitoso per la popolazione residente.