di Giorgio Noseda
L’inquinamento atmosferico, un problema invisibile agli occhi, è causato soprattutto dal traffico stradale e fa parte della quotidianità in certe regioni del nostro Cantone, specialmente nel Mendrisiotto. Provoca numerose e spesso gravi malattie, come dimostrato da parecchie ricerche epidemiologiche nazionali e internazionali.
Ad esempio, lo studio svizzero SAPALDIA, coordinato dall’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Basilea, ha chiaramente appurato che le componenti tossiche dell’aria (polveri fini e ultrafini, biossido di azoto e ozono) aumentano in modo significativo le malattie respiratorie (cancro del polmone, bronchite cronica, enfisema, insufficienza respiratoria), le patologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa. infarto del miocardio, insufficienza cardiaca) e quelle cerebrali (ictus e, in particolare, demenza).
Pure l’inquinamento fonico causa danni alla salute. I rumori, percepiti come un’aggressione che ostacola la concentrazione e come un impedimento al sentimento della propria serenità e libertà, sono ormai una presenza incessante nella vita delle persone. Vengono provocati da automobili, camion, motociclette, bus, tram, cantieri, sirene di ambulanze, della polizia, o sparati da vetture le cui autoradio fanno esplodere ritmi incontenibili. E i rumori non provengono solo dalla strada, ma anche, seppure in misura molto minore, dalla ferrovia e dagli aerei.
Innumerevoli fonti sonore saturano inoltre gli appartamenti: radio, televisione, elettrodomestici, cellulari. E, a proposito di cellulari, sicuramente capita spesso a un passeggero in treno di essere vicino a qualcuno che telefona con voce tonante. Per combattere contro questi disturbatori, le Ferrovie federali hanno introdotto dei vagoni nei quali bisogna rispettare un silenzio assoluto e quindi con proibizione di telefonare; peccato però solo in vagoni di prima classe.
I risultati dello studio svizzero SiRENE, pure coordinato dall’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Basilea, mostrano dati allarmanti. Approssimativamente un quarto della popolazione del nostro Paese è esposto a rumori che superano regolarmente i valori limite stabiliti per il giorno e per la notte dall’Ordinanza federale sull’inquinamento fonico. Sono circa 1,6 milioni di persone, un sesto della popolazione, ad accusare disturbi per troppo rumore. È noto che forti rumori possono provocare traumi acustici, con perdita dell’udito, se non si ricorre alla protezione con tamponi auricolari e appositi apparecchi., per esempio per il tiro. Ma anche rumori deboli, soprattutto durante la notte, possono avere conseguenze negative sulla salute, come ha dimostrato appunto lo studio SiRENE. Iniziato nel 2013, i primi risultati sono stati pubblicati alla fine dello scorso anno. Parte della ricerca è stata eseguita in laboratori del sonno in volontari sani. Già rumori di sottofondo uniformi e deboli, ma soprattutto i forti improvvisi boati, causano insonnia, conseguente depressione negli adulti e pure disturbi cognitivi nei bambini.
I rumori liberano ormoni dello stress, come l’adrenalina, e causano un aumento della pressione arteriosa e dello zucchero nel sangue (cioè diabete), entrambi fattori di rischio che provocano irrigidimento e ostruzione delle arterie, cioè arteriosclerosi. La conseguenza a livello cardiaco è un aumento degli infarti e degli scompensi cardiaci. L’ipertensione può inoltre provocare ictus cerebrali, con gravi danni neurologici, ad esempio paralisi, talvolta letali. Si stima che 500 dei 20.000 morti all’anno per malattie cardiovascolari nel nostro Paese siano da ricondurre ai rumori prodotto dal traffico. E i costi annuali di queste patologie vengono stimati a 2,6 miliardi di franchi.
Le autorità stanno cercando di porvi rimedio
Il Cantone intende utilizzare sempre più spesso catrame fonoassorbente per ridurre il rumore lungo le strade. Questo risanamento fonico è previsto su 350 chilometri di arterie cantonali, a cui vanno aggiunti 70 chilometri di strade comunali. Il Dipartimento del territorio intende sottoporre a breve al Gran Consiglio il relativo messaggio, sottolineando la necessità di poter contare sulla collaborazione di Berna con aiuti finanziari adeguati. Probabilmente queste misure non sono sufficienti a risolvere il problema.
A Zurigo l’amministrazione comunale ha introdotto nel 2011 il limite di 30 km l’ora per le auto nei centri abitati. Questa limitazione è stata imposta recentemente anche in alcuni quartieri di Losanna. La diminuzione della velocità riduce il fruscio prodotto dall’attrito degli pneumatici sull’asfalto. Anche se questa misura sembra avere un’efficacia limitata – a Zurigo solo un quinto della popolazione ne avrebbe tratto beneficio - essa contribuirebbe in ogni caso a combattere l’inquinamento atmosferico, in particolare le polveri fini e il biossido di azoto, con una spesa contenuta.
È una misura che, a mio avviso, andrebbe realizzata anche in alcuni centri abitati del nostro Cantone. In aggiunta bisognerebbe proteggere appartamenti particolarmente esposti con la posa di doppi vetri, che hanno costi molto elevati e per i quali è previsto lo stanziamento di sussidi pubblici. Come ha scritto Arnaldo Benini su Il Sole 24 ore di domenica 13 gennaio, il rumore non molla mai la presa sull’umanità contemporanea, per cui in molti individui si acuisce non solo stizza, ma anche nostalgia del silenzio e l’aspirazione a ritrovarlo. Con grande beneficio per la salute psichica e somatica.
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