di Franco cavalli
Chi legge questo breve contributo in vista del ballottaggio del 17 novembre, penserà immediatamente che io o la Redazione abbiamo dimenticato una “b” nel titolo. No, caro Lettore!
Ho invece fatto apposta questa modifica ortografica per ricordare cosa capitò al ballottaggio per il Consiglio degli Stati nel 2011, in quanto la situazione attuale è molto simile. Allora, la conferma di Filippo Lombardi era quasi sicura ed il secondo seggio si giocava quindi tra Fabio Abate (da qui il titolo) ed il sottoscritto. Al primo turno la situazione era grosso modo simile a quella attuale: al posto di Marco Chiesa, per il blocco UDC-Lega c’era Sergio Morisoli.
Per varie ragioni, che prenderebbe troppo spazio dettagliare ora, la dinamica sembrava a mio favore, quando Incontro Democratico, e quindi il Consigliere di Stato Emanuele Bertoli come uno dei responsabili dell’associazione, emanò l’invito a votare sia me che Fabio Abate, per evitare il pericolo di un’elezione di Morisoli. Perlomeno un paio di migliaia di socialisti seguirono questa indicazione: io persi per una manciata di voti da Abate, Morisoli finì molto lontano.
Questo fu uno dei vari madornali errori commessi allora dalla dirigenza socialista: sugli altri ho da tempo steso un pietoso velo di silenzio. Ora però una situazione simile sembrerebbe ripresentarsi: in questi giorni parecchi elettori di sinistra mi hanno interpellato, domandandomi se “per evitare Chiesa, dobbiamo votare anche Merlini”. La risposta è chiara: NO, non abatiamo Marina, si vota solo lei! In questi 12 anni da quando le ho ceduto il posto in Consiglio Nazionale, Marina ha fatto una carriera straordinaria: è stata quasi candidata al Consiglio Federale, è tutt’ora una brillantissima Presidente del Consiglio Nazionale e gode di grande prestigio a Berna.
Al di là della simpatia personale che si può avere per Giovanni Merlini (ma non potevi scegliere uno slogan meno marziale?), non possiamo dimenticare che durante tutta l’ultima legislatura, dove il blocco di destra PLR / UDC essendo maggioritario ha dominato la vita parlamentare, Merlini non si è mai smarcato dalla linea chiaramente destrosa del suo partito nazionale.
È inoltre inaccettabile che da quando c’è il Consiglio degli Stati, quindi da 171 anni, il Ticino non sia mai stato rappresentato né da un senatore di sinistra né da una donna. Alle recenti Nazionali il blocco di sinistra, nonostante l’invito alla scheda bianca del MPS, ha sfiorato il 30%: con questa percentuale in Vallese il PPD ha due senatori. Inoltre questo è sia l’anno dell’onda verde (e Marina distanzia su questo argomento di gran lunga tutti gli altri candidati) che l’anno della donna. Quindi, seguendo lo slogan elettorale di Verdi e Sinistra Alternativa, “Ora si cambia!”