Confusione giovanile

di Luigi Pagani, detto ul matiröö

 

“Il termine progresso ha due significati. Il primo indica una qualsiasi successione di eventi che implichi un miglioramento: la scoperta di nuovi farmaci, per esempio, fa sì che noi parliamo di progressi della medicina. Il secondo significato si riferisce invece alla storia umana nel suo complesso, vista come un continuo avanzamento verso il meglio.

In questa seconda accezione, l’idea di progresso è tipicamente moderna: essa nasce nel Seicento, si diffonde nel secolo successivo e celebra il suo trionfo nell’Ottocento. Le tragiche esperienze del Novecento hanno incrinato la fede nel progresso, ma non hanno spento il desiderio di battersi per esso”. La definizione di progresso è tratta da “Enciclopedia dei ragazzi” Treccani. Vale la pena ricordarla ai giovani liberali, perché appaiono piuttosto invecchiati di mente e particolarmente

a digiuno di storia sociale e politica.  

 

Detto per inciso, paiono piuttosto a digiuno persino delle radici dell’ideologia a cui, teoricamente, si rifarebbero. Illuminismo, rivoluzione francese, vi suggerisce qualcosa, giovanotti? Ve lo chiedo con sincera preoccupazione, dato che già s’intravvedono dei vuoti nella memoria corta, figuriamoci in quella lontana.

 

Facciamo l’esempio, per capirsi. Quando nel comunicato accusate il sindacato “di aver rinunciato con furbizia a lanciare il referendum contro la legge sulla vendita per timore di esporsi a un fiasco clamoroso”, state scordando quanto successo pochi anni orsono. Suvvia, son passati solo quattro anni da quando si votò sul referendum, promosso dal sindacato e bocciato dai votanti. Vabbè, consideriamolo un errore veniale di gioventù.

 

Ben più grave mi pare l’equivoco sul concetto di fondo, di cosa sia il progresso. Avere negozi aperti tutti i giorni sette giorni su sette dalle sei alle 22.30, non coincide propriamente con la definizione di progresso “della storia umana nel suo complesso, vista come un continuo avanzamento verso il meglio”. Di certo, non è un progresso per chi vede la sua qualità di vita peggiorare a causa di nuove costrizioni imposte da nuove condizioni di lavoro. A meno che, stare lontane dai figli, dalla famiglia o l’impossibilità di avere una vita sociale degna, non lo si consideri un progresso. Se al danno poi, aggiungiamo la beffa di veder peggiorare la tua vita, senza trarne alcun beneficio (fosse almeno monetario), il termine appropriato è uno schifoso arretramento.

 

Anche sul concetto di libertà, vi vedo un poco confusi. Dite che l’estensione delle aperture sette giorni sette fino a tarda notte “non è imposta a nessuno: piccoli e grandi commercianti possono scegliere se tenere aperto”. A meno che consideriate le dipendenti signore nessuno, vi state sbagliando. Ma forse considerate quella di restar senza lavoro, una libera scelta.

 

E permettetemi ancora un inciso, anche perché è stato dimostrato: a creare dei posti nuovi o salvarli nel commercio, non saranno le aperture ininterrotte, ma quanti soldi restano nei borsellini delle persone. E finché le paghe saranno come quelle delle dipendenti della vendita costrette a lavorar fino a tardi, la spesa la si fa in Italia o online.

 

Per carità, ognuno ha la libertà di esprimere le proprie opinioni, ma le parole hanno un senso e come tali vanno rispettate. Sarà perché personalmente vengo dall’ottocento ed ero un fuorilegge ricercato poiché assaltavo i granai in cui i preti nascondevano la farina, per poi ridistribuirla al popolo affamato, ma il mio concetto di progresso è ben diverso. Da mattiröö quale sono, penso che il progresso tecnologico dei vostri tempi moderni debba servire a far vivere bene le persone, a migliorarne la qualità di vita. Di tutti, non di pochi. Ad esempio, liberandole dalla schiavitù del tempo di lavoro, a profitto di maggior tempo a libera disposizione per stare con chi gli pare e poter fare quel che gli pare. Se il progresso tecnologico, invece di servire a creare una prosperità condivisa, è utilizzato dai pochi noti per accumulare ancor più ricchezza spremendo sempre più gli altri esseri umani, non lo si può chiamar progresso.

 

Ma grazie al susseguirsi di giovani aspiranti in carriera, il vero progresso della storia umana, purtroppo, da noi non succederà.

Vai alla rubrica: