di Red
Le trasformazioni del lavoro avvenute negli ultimi anni hanno contribuito a cancellare la classe operaia così come la conoscevamo. Il postfordismo ci ha posti di fronte a una composizione sociale complessa dalla quale emerge una moltitudine di soggetti di difficile individuazione dentro e fuori il mondo del lavoro.
Non sarebbe grave se nel corso degli anni, questa mutazione avesse portato dei tangibili miglioramenti ai lavoratori. Purtroppo, per tanti fattori che potremmo generalizzare in socio- politici, globalizzazione ecc. questi non sono avvenuti, anzi, senza che i più se ne accorgessero, la situazione è peggiorata!
Abbiamo molte responsabilità nel non aver compreso i mutamenti della società. Troppo spesso alcuni sindacati e forze politiche hanno snobbato forze produttive come gli artigiani, gli indipendenti e le piccole medie imprese. Ma anche tutto quel mondo del terziario come dipendenti di banche assicurazioni e commerci che sono stati assorbiti in logiche istituzionali e di appartenenza ad ambienti chiusi e privilegiati.
Ora questi lavoratori, che pure loro snobbavano il socialismo, la solidarietà tra lavoratori, si ritrovano in una situazione ben peggiore in quanto non hanno potuto e voluto far crescere una cultura sindacale al loro interno e quindi sono ancora più vittime del sistema che hanno sostenuto.
In questa triste faccenda emerge quanto siamo ancora più divisivi! Quel motto “dividi ed impera” fa oramai parte del DNA dei lavoratori, del mondo economico per cui le persone devono aderire e sottoporsi per esercitare un attività per il loro sostentamento. Le classi non ci sono più, e questo di per sè non sarebbe un male se non fosse che il divario tra ricchi e lavoratori è aumentato e tutto si è appiattito . Un problema, è che al tempo delle classi operaie, almeno c’era unione e voglia di lottare per accrescere i diritti. Ora invece siamo tutti sulla stessa barca, ma è come se fossimo tutti diversi e divisi... che non abbiamo un obiettivo comune.
Si è creato un processo trasversale per cui le azioni di protesta sono state assorbite da fenomeni di populismo. Spesso sono le destre ad approfittare di questa situazione attuando con sistemi di comunicazione ben studiati, informazioni e “verità” fuorvianti dove, le masse, in assoluto stato di disorientamento, abboccano e sostengono tali forze partitiche che eleggono rappresentanti pronti a crociate inutili e perfino aberranti, ma alla prova dei fatti, nei vari parlamenti e governi, si dimostrano compiacenti alle richieste e pressioni dei poteri forti dell’economia.
Invece un obiettivo/obiettivi dovrebbe/ dovrebbero essere la sicurezza sociale, economica e sanitaria!
Le destre per anni hanno ci hanno sguazzato sul concetto di sicurezza. Inculcando ai cittadini valori sulla fantomatica sicurezza volta alla protezione dei beni, dell’orticello, innalzando muri e invocando uno stato poliziesco... No, dobbiamo mirare a ben altro, ma occorre che i sindacati siano uniti pur nelle loro diversità . Purtroppo, per tornare alla dimensione cantonale, vediamo come l’ocst una volta di più ha dimostrato che essere divisi è meglio ... già per i padroni e per l’economia!
Quante volte si è fatto appello all’unità? Quanti discorsi retorici sono stati fatti in più occasioni?
Troppi interessi personali vengono anteposti al bene comune. Continuiamo a raccontarcela, a credere e sperare in una unità delle sinistre e ora anche dell’area rosso- verde, ma alla fine ritornano le divisioni, i rancori e le invidie tra l’uno e l’altro a scapito del risultato finale, di un fronte unico capace di minare il sistema, il capitalismo e imporre nuove conquiste per i lavoratori, per il popolo tutto intero, per una società più equa solidale e responsabile !