di Alessandro Robertini*
Un pericoloso e frequente luogo comune da parte di chi regge le sorti della politica ed è disposto a tutto pur di mantenere le cospicue fette di potere acquisite nel corso degli anni, è quello di accusare l'opposizione di saper solo criticare, un atteggiamento a loro dire disfattista e controproducente.
Invece di evidenziare quanto fatto, ciò che dovrebbe bastare a giustificare un mantenimento delle posizioni acquisite se non addirittura ad incrementarle, si preferisce screditare l'avversario politico.
Questo non può essere che l'atteggiamento di chi ha esaurito gli argomenti a suo favore, sommerso da una marea di passi falsi più o meno evidenti in cui si è incorsi nel corso degli anni. E qui non possiamo certo affermare che soprattutto nell'ultima legislatura chi governa la Città sia stato esente da colpe. Una legislatura che avrebbe dovuto sancire la nascita e la costruzione della Nuova Bellinzona nel solco dei tanto declamati proclami diffusi come un mantra durante la campagna per l'aggregazione. Una Città migliore, con più potere contrattuale verso le istanze superiori e le altre realtà cittadine, con un'ottimizzazione dei servizi, eccetera, eccetera, in sostanza più benessere per tutti.
In realtà, pandemia a parte e che ha comunque inciso solo nell'ultimo anno, ci ritroviamo con una serie di errori di gestione imperdonabili e che non sono certo in linea con quanto auspicato. Dai sorpassi di spesa di 5 milioni in tre progetti, in parte sì ereditati dai vecchi comuni, ma che nel processo aggregativo costato fior di quattrini all'ente pubblico, avrebbero dovuto essere messi a fuoco e subito corretti, invece solo proclami su proclami senza un minimo di analisi della situazione reale. Un presunto maggior potere contrattuale, al punto che ci si è lasciati sfuggire di mano sia lo stabilimento industriale delle Officine, con una drastica riduzione dei posti di lavoro al livello di quanto indispensabile alle Ferrovie e nulla più, nonché il sedime che si libererà a ridosso della Stazione, superficie la cui parte più pregiata resterà, con il beneplacito delle autorità, a disposizione delle Ferrovie stesse a scopo edificatorio speculativo senza nessun beneficio concreto per la Città, cui spetteranno solo le briciole. All'iniziale gestione superficiale del settore Case anziani, che da quando si è cominciato a rispettare le norme, purtroppo solo durante la seconda ondata, non ha più registrato contagi.
Un Municipio molle, che non ha saputo dare risposte incisive alla malagestione, mantenendo in carica chi ne portava la responsabilità politica, seppur in un caso a mansioni limitate, e non da ultimo ricollocando senza concorso il direttore del Settore Opere Pubbliche in un altra mansione, seppur con responsabilità ridotte, all'interno dell'amministrazione comunale, senza tener conto dell'interesse pubblico che avrebbe richiesto ben altri provvedimenti. Siamo fermamente convinti che per ricominciare a costruire la Città bisogna innanzitutto metter fine a tutte queste distorsioni e ripartire su basi solide che permettano di concretizzare i bisogni veri e immediati della popolazione, cui di un fantasmagorico nuovo quartiere non può che fregar di meno.
* Alessandro Robertini
Candidato al Municipio
e al Consiglio comunale di Bellinzona
FA Bellinzona
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