
di Franco Cavalli
Dopo il disastroso governo diretto dal poco simpatico Scholz, il disastro di un'avanzata straripante dei neo-nazisti della AfD era largamente annunciato.
Alla fine con il 20% dei voti c'è stata, ma meno di quanto si temeva. Nessuna sorpresa per il tracollo della SPD, che in questi ultimi anni ne ha combinato di tutti i colori, incluso l'accettazione del riarmo del militarismo tedesco. Sono diminuiti meno del previsto i Verdi, anche se sono ormai una brutta copia dell'originale partito pacifista, essendo ora i loro capi tra i più bellicisti. Con Merz vince il grande capitale, che in Germania, contrariamente a quanto avvenuto negli USA, per intanto non è (ancora?) passato all'estrema destra.
Ottimo il risultato con quasi il 9% della Linke, che solo qualche mese fa veniva data per moribonda con sondaggi sotto il 3%. La nuova direzione del partito ha svoltato a sinistra ed ha ricompattato il gruppo dirigente. Heidi Reichinnek, candidata di punta, con il suo infiammato discorso al Bundestag, contro il voto congiunto di Merz con AfD, è poi diventata popolarissima nei social. Anche grazie a lei nelle ultime settimane la Linke ha registrato quasi 100.000 nuovi iscritti, quasi tutti giovani. La Linke è risultata il partito più votato a Berlino. Sarà quindi la vera Brandmauer contro il nazifascismo.
Per un soffio i sovranisti di sinistra del BSW con 4.752% dei voti han mancato la barriera del 5% per entrare in Parlamento. Ultimamente la Wagenknecht si è squalificata con le sue posizioni anti-migranti. I suoi elettori sono però in maggioranza sicuramente di sinistra. Globalmente abbiamo quindi il blocco conservatore e la sinistra entrambi al 30%, ma tra i giovani elettori di 18-24 anni la Linke è quasi il partito più votato. Nonostante l'avanzata dei neonazisti, possiamo quindi essere abbastanza soddisfatti. Poteva andare peggio e forse ci sono le premesse per una riscossa della vera sinistra anticapitalista.