Beppe Savary-Borioli, comitato svizzero per la liberazione di Öcalan
Una grande manifestazione lo scorso 22 luglio a Losanna, sotto un sole splendente, ha riunito i Kurdi provenienti da ogni parte del mondo nel loro rifiuto del trattato che cento anni fa’ fu firmato proprio nella capitale vodese.
PIAZZA APERTA - Kollettiva Jiyan
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane
La terra ha smesso di tremare, la gente piange i suoi morti e Erdogan li bombarda. Martedì sera, la Turchia ha attaccato l'area colpita dal terremoto intorno a Tal Rifaat, ha dichiarato Kamal Sido, esperto di Medio Oriente presso la Society for Threatened Peoples.
di Beppe Savary-Borioli, di ritorno dal Kurdistan
In un recente articolo sulla questione curda (si veda Q35) avevamo già descritto i pesanti sospetti che gravano sull’esercito turco nell’impiego di armi chimiche contro la guerriglia del PKK e la popolazione civile curda. Quei sospetti sono giustificati?
Comitato Ticinese per la Ricostruzione di Kobanê
Nell’oscurità della notte di sabato 19 novembre, aerei dell’aviazione turca del regime di Erdogan hanno bombardato la città di Kobane, simbolo della resistenza alle bande nere dell’Isis, finanziate e appoggiate dallo stesso Erdogan.
Rojava vive – Kollettiva Jiyan
di Chiara Cruciati
TURCHIA. Intervista al rappresentante dell'Hdp in Europa, Fayiz Yagizay: «Non penso che Stoccolma e Helsinki consegneranno i dissidenti.
di Chiara Cruciati
MEMORANDUM ATLANTICO. Nella lista dei desiderata turchi per Svezia e Finlandia ci sono curdi, turchi, scrittori, giornalisti di sinistra e islamisti.
di Alessia Manzi e Giacomo Sini
Reportage dal villaggio eco-femminista e autogestito di Jinwar (Rojava, Nord della Siria) sorto nel 2017
✨La Rete di Solidarietà del Kurdistan ospita un evento online con il Movimento Ecologico Mesopotamico, una rete di organizzazioni di base in Turchia e nel Kurdistan del Nord che si concentra sul lavoro ecologico con una visione radicale per una società migliore.☀️🌱🐝
di Red
Erdogan otterrà il via libera dai suoi alleati della Nato per attaccare nuovamente l’autodeterminazione dei popoli nel Rojava, invadendo (di nuovo) i confini di uno stato e violando così per l’ennesima volta il diritto internazionale alla “sovranità territoriale”, in questo caso quello siriano?
di Chiara Cruciati
MEDIO ORIENTE. Prima chiama Putin, poi annuncia: «Ripuliremo Tel Rifaat e Manbij» dalle Forze democratiche siriane. Un corridoio turco largo 30 km, lungo quasi l’intero confine, volto a occupazione permanente e ingegneria demografica. Gli Usa: «Non siamo d’accordo»
PIAZZA APERTA - Comitato svizzero “Libertà per Öcalan”*
Comitato Ticinese per la Ricostruzione di Kobanê
Venerdì 22 aprile quattro missili lanciati dell’esercito turco hanno colpito la città di Kobane.
di ForumAlternativo
“Gli obiettivi che ci eravamo prefissati per la prima fase sono stati raggiunti”, dice in un video. No, in questo caso non è stato Putin a dichiararlo. Altrimenti la notizia l’avreste prontamente letta su tutti i portali d’informazione pochi minuti dopo esser stata espressa.
di Chiara Cruciati
Il più imponente assalto dello Stato islamico nella Siria del nord-est dal marzo 2019 è arrivato insieme alla neve. Il freddo ha avvolto l’intera regione, ha coperto di bianco Istanbul, Amman, Gerusalemme. E anche Hasakah, alle prese con la riapparizione di un incubo in carne e ossa: il 20 gennaio scorso centinaia di islamisti hanno attaccato la più importante delle città orientali del Rojava.
Il gruppo medico del ForumAlternativo lancia l'appello di raccolta fondi per l'acquisto di una clinica mobile nella regione di Shengal promossa dalla Mezzaluna Rossa.
Prof. Franco Cavalli, oncologo - Dr. Mario Alerci, radiologo - Prof. Pietro Majno-Hurst, chirurgo Prof. Giorgio Noseda, cardiologo - Prof. Olivia Pagani, oncologa
Dr. Beppe Savary-Borioli, medico di famiglia
di ForumAlternativo
Martedì notte sessanta arei delle forze armate turche hanno bombardato tre luoghi simbolo del confederalismo democratico teorizzato dal leader del Pkk Ocalan: il campo profughi di Makhmour nel Kurdistan iracheno (culla di quel sistema politico); Rojava, il Kurdistan siriano (la prima messa in pratica su vasta scala); e Shengal, la regione irachena a maggioranza ezida (la prima realizzazione in una diversa comunità etnico-religiosa).
Notizie di un viaggio movimentato
di Beppe Savary-Borioli
Su invito del Congresso delle Comunità Democratiche del Kurdistan in Europa e tramite il Comitato Ticinese per la Ricostruzione di Kobanê, ho potuto partecipare ad un azione volta a chiedere la libertà per il presidente Abdullah Öcalan ed esprimere la solidarietà con il popolo curdo.
di Chiara Cruciati, giornalista
Settimo giorno di battaglia intorno alla prigione Sina’a nel quartiere di Ghiweiran a Hasakah, città della Siria del nord-est. L’assalto coordinato da decine di cellule dello Stato islamico, iniziato giovedì sera, è stato disinnescato dalle Forze democratiche siriane (Sdf), ma il carcere – dove sono detenuti circa 5mila miliziani islamisti – resta luogo di rivolta e scontro.
di Chiara Cruciati, giornalista
Lungo la strada che corre tra il valico di Semelka, estremo oriente della Siria del nord, e la città di Qamishlo il panorama è spezzato dai manifesti con il volto dei martiri caduti nella brutale battaglia contro lo Stato islamico.
Sabato 13 febbraio ore 14 in Piazza del sole a Bellinzona, in contemporanea a molte città del mondo intero, si terrà un presidio (autorizzato nel rispetto delle norme sanitarie) per la liberazione di Öcalan, da 21 anni incarcerato in isolamento in Turchia.
Editoriale rivista Jacobin
Per oltre due decenni, il leader curdo Abdullah Öcalan è stato detenuto nella prigione turca sull'isola di İmralı. In questo editoriale per Jacobin , chiede un "progetto di nazione democratica" in grado di unire cittadini di diverse etnie e tradizioni culturali.
di Red
40 milioni di persone a cui viene negato ogni diritto. La storia comincia da lontano con un trattato che dividendo politicamente un territorio - la Mesopotania - in modo assolutamente arbitrario, ancora oggi a quasi cent’anni di distanza, mostra quanto sia stato ingiusto ed iniquo.
Sabato 25 e domenica 26 luglio
c/o CSOA Il Molino - Lugano
Nena news - di Chiara Cruciati
Dopo i raid aerei, Erdogan invia i soldati. Protesta Baghdad, Erbil in silenzio. Dal 1992 a oggi un’operazione dietro l’altra. Per nascondere le debolezze interne.
Centro curdo per i diritti umani
Nelle prime ore del 15 giugno, 60 aerei da guerra dello stato turco hanno bombardato 81 località (comprese zone abitate da civili), a Makhmour, Sinjar, Qandil, Zap e Xakurk.
di Michele Giorgio
Ankara ha chiesto a Donald Trump di proclamare “terroristi” i combattenti curdi perché ricevono sostegno dagli “Antifa” attaccati in questi giorni dal presidente americano. I media turchi pubblicano foto delle bandiere antifasciste accanto a quelle curde.
Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Esprimiamo la nostra più ferma condanna del grave attacco aereo dell’esercito turco con droni armati contro il campo profughi di Mexmûr.
Gioventù Biancoblu
La solidarietà è la tenerazza dei popoli (Ernesto “Che” Guevara).
Siamo tutti sulla stessa barca, è la cantilena che ci viene proposta da più parti in questi giorni di emergenza coronavirus. Ma se è vero che navighiamo a vista in un periodo di incertezze e dubbi, la barca non è uguale per tutte e tutti.
di ForumAlternativo
La squallida partita di giro, in cui da un lato si vendono armi alla Turchia consentendo al dittatore Erdogan nel suo delirio neo-ottomano di proseguire la politica di guerra, pulizia etnica e sterminio del popolo curdo, ...
Non sarà la denuncia del potere a liberarci dal sistema patriarcale dominante. Sarà la contro-violenza delle donne. Una riflessione-manifesto di Ceren Güneş, caduta lo scorso novembre in Rojava
https://www.dinamopress.it/news/rifugio-delle-donne-le-donne-oltre-la-denuncia/
di Michele Giorgio, corrispondente dal Medio Oriente
Il silenzio è sceso sull'invasione turca della Siria settentrionale, il Rojava. Certo la società civile internazionale non dimentica il popolo curdo vittima di un brutale attacco militare da parte dei soldati turchi e dei mercenari siriani agli ordini del presidente turco Recep Tayyib Erdogan.
di Francesco Bonsaver
Intervista al giornalista Rsi Roberto Antonini, autore di un reportage nel nord-est della Siria prima dell'invasione turca.
Comitato ticinese per la Ricostruzione di Kobane
Scomparsa dai media, la guerra in Rojava prosegue col suo corollario di morti e feriti. Gli scontri delle ultime ore hanno interessato diverse località, alcune delle quali passate di mano più volte tra curdi e filo turchi.
Mercoledì 13 novembre 2019 dalle ore 20:00 Auditorio USI - Lugano
di Francesco Bonsaver
Hana Hobil, nata e cresciuta in Ticino, vive con passione e angoscia quanto sta accadendo nel Nord della Siria, dove vive il suo popolo d’origine, quello siriaco. Di religione cristiana, i Siriaci hanno una drammatica storia millenaria di oppressione e di genocidi.
di Franco Cavalli
Ieri ho parlato a Berna alla bella manifestazione dei curdi contro i crimini del Sultano Erdogan: non erano 2000 come dice la polizia, ma almeno 5000.
Comunità curda e comunità siriaca residenti in Ticino
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane
Da oltre una settimana i carri armati e gli aerei turchi stanno attaccando il Rojava e l’esperienza di autogoverno della Siria del Nord-Est, causando centinaia di vittime, migliaia di feriti e centinaia di migliaia di sfollati. La guerra di Erdogan mira cancellare i risultati di democratizzazione raggiunti dai popoli curdi, siriaci, arabi e le altre etnie che vivono insieme pacificamente nel nordest della Siria da diversi anni.
di ForumAlternativo
130mila profughi e centinaia di morti tra i civili. Tra questi, Hevrin Khalaf, nota attivista che si batteva per i diritti delle donne nella regione, è stata brutalmente assassinata a sangue freddo da un gruppo jihadista alleato della Turchia. Altre centinaia di miliziani dell’Isis, finora detenuti, sono ora in fuga grazie ai bombardamenti dell’esercito turco al campo dove erano prigionieri.
(GUARDA IL VIDEO) di Ivan Miozzari
I Kurdi fanno sentire la loro voce e Bellinzona. Le “amiche e amici ticinesi”, come ci definisce il portavoce della comunità, si uniscono alla protesta. Rabbia e paura si percepiscono chiaramente. Se la comunità sente l’appoggio dei ticinesi, questo non sarà sufficiente per fermare l’invasione ordinata da Erdogan.
Da quando è stata istituita l'autogestione democratica autonoma nella Siria settentrionale e orientale (Rojava), il confine tra la Turchia e la Siria settentrionale/orientale è stato protetto e le azioni armate contro la Turchia non hanno avuto origine da questo territorio.
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane
Ci sono già i primi morti ma siamo ancora in tempo a fermare la perdita di altre vite umane, di donne e uomini, di bambini e anziani.
di ForumAlternativo
Stavolta pare proprio che ci siamo. Purtroppo. Ormai da settimane Erdogan andava minacciando di attaccare il Rojava per sradicarvi l’esperienza del “Confederalismo democratico”, la rivoluzione curda condivisa da siriaci e gli altri popoli che abitano le terre del nord della Siria.
di Red
Interessante reportage multimediale di Roberto Antonini e Dario Bosio (RSI) sui territori che fino a poco tempo fa erano governati da Isis. Al secondo giorno di reportage potrete vedere Kobane e la sua nuova scuola, ricostruita grazie al comitato Ricostruire Kobane Ticino e al contributo economico dei ticinesi e degli svizzeri.
di Michele Giorgio, corrispondente dal Medio Oriente
Il vertice di paesi arabi ed occidentali a Varsavia voluto dall’Amministrazione Trump, il summit di Sochi con Russia, Iran e Turchia e la Conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera non hanno lasciato intravedere possibilità per i curdi.
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane
Grazie alla generosità di cittadini residenti in Ticino e nell’intera Svizzera, quattrocenti bambine e bambini stanno frequentando un nuovo edificio scolastico nella città di Kobane.
Con tanta rabbia abbiamo appreso che il combattente YPG italiano Heval Tekoşer, Lorenzo Orsetti, è stato ucciso dai macellai di ISIS sul fronte di Baghouz, nella Siria del Nord-Est.
Coordinamento delle comunità delle donne curde
A tutte le donne del mondo, alle nostre sorelle e compagne, Dalle montagne del Kurdistan, che sono parte di quelle terre dove le forme...
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane
Inviamo questo testo perché ben descrive la drammatica situazione nelle carceri di Erdogan, le sofferenze del popolo curdo per la sorte del suo leader Abdullah Öcalan in stato di perenne isolamento e di cui non si hanno più notizie da molto, troppo tempo.
di RedQ
Visita ai campi profughi dei curdi fuggiti da Afrin. Intervista a Sylvia Hauffe*.
di Giuliana Sgrena
È sconvolgente l’omertà della stampa per il modo come è stata data la notizia della liberazione di Raqqa da parte delle Forze democratiche siriane con in prima fila le kurde del Ypj.
di RedQ
Secondo l'ultimo rapporto pubblicato da Amnesty International, nella città curda di Afrin, occupata dalle truppe turche e da bande armate jihadiste, regna ormai il terrore, come tra l’altro Erdogan aveva varie volte minacciato di fare.
di Michele Giorgio
La Siria non è del tutto scomparsa dalle cronache ma è sempre più raro oggi ascoltare o leggere approfondimenti sulla situazione siriana. I media internazionali, come spesso accade, pongono la loro attenzione solo su massacri e bagni di sangue.
di Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobanê
Dopo due mesi di bombardamenti, la città siriana di Afrin è stata occupata dall’esercito turco di Erdogan e i suoi alleati islamisti. Le pur valorose milizie delle Unità di protezione popolari (Ypg) e le miliziane delle unità di difesa delle Donne (Ypj) del Rojava hanno dovuto fronteggiare uno scontro impari sprovvisti della necessaria copertura aerea, della tecnologia e delle armi sofisticate (come quelle fornite dalla «neutrale» Svizzera) di cui è ampiamente dotato l’esercito turco.
di INFOaut
Pubblichiamo la trascrizione di una corrispondenza inviataci oggi da Jacopo, compagno torinese che da molte settimane ormai sta raccontando sul campo la resistenza e la situazione di Afrin e che al momento, dopo l'invasione del cantone da parte delle forze turche e jihadiste, si trova nel cantone di Cizire, sempre nella Federazione della Siria del Nord.
di Red
Alla fine la battaglia per la città di Afrin non c'è stata, circondati dai jet e dall'artiglieria di Ankara, i combattenti curdi hanno deciso di evacuare i civili ed evitare un sicuro massacro.
di Red
Hanno nascosto la bandiera Nera ma sono sempre loro, e questa volta hanno l'esercito Turco (il secondo più potente della Nato) al loro fianco.
Alcune delle poche immagini sfuggite all'assedio turco
di Red
La Turchia continua a bombardare con aerei e artiglieria la popolazione civile: un vero e proprio bagno di sangue. Nelle ultime ore la situazione ad Afrin si è fatta critica, l’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate a soli 2,5 km di distanza e minacciano direttamente la città.
di Jacques Pilet
L’emozione è legittima: come si può restare indifferenti di fronte ai bombardamenti della periferia di Damasco? Ma a seguire solo i titoli sensazionalistici dei giornali [si pensi al recente paragone tra Ghouta e Srebrenica, ndt] si rischia di perdere di vista il contesto in cui ha luogo questo episodio spaventoso. E selezionando le battaglie di cui parliamo e quelle che ignoriamo, ci sottomettiamo alla manipolazione mediatica. La lista dei massacri di civili, di ieri e di oggi, è lunga. Sia che siano commessi da degli Stati che giudichiamo amici o meno, o da dei movimenti terroristi.
di Seyit Evran, Giornalista
Recentemente è stato progettato il piano che da 33 giorni porta alla storica resistenza a Afrin. Secondo il piano della Russia e della Turchia, Afrin doveva cadere nel giro di una settimana. Ma Afrin non è caduta. La resistenza a Afrin ha avviato un nuovo processo nel quale i piani per i quali ´Afrin verrà occupata´ sono stati annientati.
di Michele Giorgio
Il terremoto scatenato dal 32enne principe ereditario saudita Mohammed bin Salman all'interno del suo Paese e nella regione mediorientale, imponendo le dimissioni al premier libanese Saad Hariri allo scopo di sfidare apertamente l'Iran e i suoi alleati, fa vacillare pericolosamente gli equilibri che si sono consolidati nella regione in questi ultimi due anni, dopo l'ingresso prepotente della Russia a sostegno del presidente siriano e la firma nel luglio 2015 dell'accordo internazionale che ha riconosciuto la legittimità del programma nucleare civile dell'Iran, tra lo sgomento di Riyadh e Tel Aviv.
Il popolo curdo sta attraversando una situazione drammatica, perseguitato in Turchia dal regime di Erdogan, che distrugge i villaggi nel Kurdistan irakeno, che muove la guerra e bombarda il Cantone di Afrin complici Russia, Usa, UE, che resiste in Iran insieme a tutti i popoli.
Pulman da MILANO:
Partenza il 16 febb ore 24.00 da Milano Centrale tel:(0039)3296040657
Nujin Derik è la comandante delle Unità di Protezione delle Donne (YPJ): abbiamo combattuto per la democrazia, adesso la Turchia vuole distruggerla.
Da più di una settimana la mia casa nella Siria nord-occidentale è sotto l’assalto su vasta scala dell’esercito turco e di migliaia di jihadisti islamici allineati alla Turchia.
SABATO 3 FEBBRAIO ORE 15.00
Viale Stazione POSTA DI BELLINZONA
Manifestazione in sostegno delle popolazioni del Rojava.
Firma la
petizione online da inviare al Consiglio Federale.
Tratto da "Pressenza International Press Agency"
Dopo giorni di bombardamenti e notizie quasi del tutto assenti, oggi sono tornate a farsi sentire le brigate del YPG che, in un comunicato ufficiale, hanno dichiarato come Afrin «sarà il Vietnam della Turchia e di Erdogan».
Quel che temevamo è successo.
La Turchia di Erdogan ha lanciato un’offensiva militare di terra sostenuta dall’aviazione contro Afrin, uno dei tre cantoni che con Kobane e Jazira formano il Rojava nel nord della Siria.
ForumAlternativo esprime la sua solidarietà e vicinanza ai popoli sotto attacco e chiede un intervento di condanna delle autorità elvetiche nei confronti della criminale offensiva militare di Erdoğan.
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane.
Erdogan, il sultano della morte, sta per dare avvio ai suoi sogni d’espansione distruggendo i cantoni curdi nel nord della Siria.
Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane: Il sultano Erdogan pugnala alle spalle chi sta combattendo contro i suoi amici dell' ISIS.
Raqqa, la cosiddetta capitale dello Stato islamico in Siria, sta per essere liberata dalle Forze democratiche siriane, di cui le milizie Ypg sono la componente principale e più importante. Alle 2.00 di martedì 25 aprile 2017, 26 aerei da guerra turchi hanno lanciato un attacco su larga scala sul quartier generale delle YPG.
Nella Turchia dello stato d'emergenza della feroce repressione, degli arresti di massa, delle epurazioni, della sporca guerra nelle aree a maggioranza curda, la democrazia secondo i criteri occidentali era già morta da un pezzo.
Nonostante tutto ciò, l’egocentrico assolutista Erdogan ha ottenuto solo una pseudo vittoria risicata che puzza di brogli da Istanbul a Diyarbakir.
Di F.B
Kurdistan - Siria
Il sogno di costruire una scuola a Kobane ha fatto un enorme passo avanti verso la sua realizzazione. Nel mese di gennaio la ministra dell’educazione del Cantone di Kobane e dei rappresentanti dell’autorità comunale hanno siglato un contratto con il comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane per l’edificazione della scuola.
di "Comitato Ticinese per la Ricostruzione di Kobane"
Come neonata associazione “Comitato Ticinese per la Ricostruzione di Kobane”, data la situazione attuale in Kurdistan, sentiamo l'urgenza di denunciare la recrudescenza della repressione da parte del governo turco contro la popolazione curda.
Dalle scorse elezioni di giugno, in questa Turchia cosiddetta democratica, giorno dopo giorno la situazione è andata degradandosi, sfociando in un vero e proprio terrorismo di stato.
Con l'obiettivo di arrivare ad avere la maggioranza assoluta alle elezioni di novembre, le forze politiche e sociali, che in un modo o nell’altro sostengono il governo di Erdogan, hanno favorito
una strategia della tensione molto efficace.
La liberazione di Kobane fu una vittoria dell’umanità contro l’avanzata delle bande nere del cosidetto Stato islamico. La sua popolazione e la città pagarono un caro prezzo la difesa del progetto sociale democratico della Confederazione dei cantoni del Rojava. Una proposta che si basa su quattro concetti: democrazia partecipativa dal basso, convivenza tra i popoli, libertà delle donne e stesse possibilità di vita per tutte le religioni.
Martedì 30 giugno 2015, a partire dalle 17:30 in Largo Elvezia a Bellinzona, il ForumAlternativo sarà accanto alle compagne e ai compagni del Centro Culturale della Mesopotamia - Comunità Curda in Ticino per esprime la propria solidarietà alla popolazione di Kobanê, la città del Kurdistan siriano che nei giorni scorsi è stata vittima di violenti attacchi da parte dei miliziani dell'ISIS. Anche se oggi Kobanê è stata nuovamente liberata, la situazione nella regione autonoma del Rojava rimane difficile.
Kobanê la città curda posta a 5 chilometri dal confine turco e che da mesi era assediata dalle truppe islamiste del cosiddetto Califfato, è stata recentemente liberata al prezzo però di quasi 1'000 combattenti curdi morti. Oltretutto la città è oramai quasi totalmente distrutta ed una gran parte della popolazione civile è fuggita e vive ora in campi profughi provvisori, in condizioni estremamente precarie. L’emergenza quindi non è per niente finita, anche perché diverse località nei dintorni di Kobané sono ancora occupate dalle truppe islamiste. Tutta la zona ha difatti una grande importanza strategica e l’esito di questa battaglia potrebbe perciò essere un momento decisivo della guerra in corso.
Anche se nei nostri media non se ne parla più molto, la battaglia continua ad infuriare a Kobanê, la città curda posta a 5 chilometri dal confine turco e che da mesi è assediata dalle truppe islamiste del cosiddetto Califfato. Nelle ultime settimane i combattenti curdi hanno riconquistato buona parte della città, che però è oramai quasi totalmente distrutta. Una gran parte della popolazione civile è fuggita e vive in campi profughi molto provvisori nella zona curda della Turchia.
Martedì 21 ottobre, al salone COSMO che si trova sotto il cinema LUX di Massagno, incontreremo Ozlem Tanrikulu, Presidente dell'Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia e Membro di Congresso Nazionale del Kurdistan.
Con lei parleremo della situazione tragica della guerra all'IS, ma anche dell'esperienza di autogoverno messa in ato a Rojava'